Si parte. Metis è sistemata da notte. Pulita e profumata. Noi andiamo a Cagliari in macchina (ci porta un fantastico modenese che ha il suo Festinalente ormeggiato vicino), poi via Roma stanotte noi saremo ad Atene e Giovanni a Portogruaro.

Massimo è andato in testa all’albero a smontare la trinchetta e ha già organizzato la sostituzione grazie all’aiuto di Roberto da Venezia.

Lasciamo questo paese con dispiacere. La Marina è perfetta, di quelle che piacciono a noi: pochissimi fronzoli, servizi al limite (una sola doccia a gettone), ma estremamente amichevole, pulita e tranquilla. Un’oasi di pace dopo la tempesta della scorsa notte.

Portoscuso è stato una piacevole scoperta. La tonnara ottocentesca, da poco di proprietà del Comune, la torre spagnola di fine 500 che domina il mare, le casette degli abitanti, i pescherecci in porto, le reti di tutti i colori e più di un ristorante degno di nota dove, manco a dirlo, la specialità è il tonno.

Qui si fa ancora la mattanza da aprile a giugno. Molto meno del secolo scorso perché i tonni sono sempre meno e perché quello dei tonnarotti deve essere un mestiere antico, difficile e poco ambito.

Ho scoperto, passeggiando per il paese, che il protettore dei tonnarotti è Sant’Antonio da Padova, o da Lisbona se preferite. La qualcosa mi interessa visto che sono nata il 13 giugno, appunto Sant’Antonio.

Mi dispiace lasciare Metis. Se ne starà qui per una ventina di giorni in attesa del ritorno di massimo che farà il viaggio verso Trieste assieme a Piero.

Toccheranno Sicilia, Calabria,Puglia, Grecia, Montenegro, Croazia, Slovenia e infine Trieste. Metis si godrà il sole della Sardegna, il suo primo sole dopo 24 anni di gloriosa vita nordica.
Il blog si ferma per qualche settimana. Una volta a casa sistemerò le foto storte (con il cell non ci riesco) e caricherò i video. Buon vento a tutti.