Mentre navighiamo verso Almerimar, una trentina di miglia da Cabo de Gata, guardo la costa. È più varia, meno sabbiosa, le colline e la Sierra rendono il paesaggio più mosso e interessante.

I casermoni turistici sono di meno. Si concentrano lungo le spiagge. Attorno sono circondati da ettari e ettari di serre.
Dal mare, è un susseguirsi di rettangoli bianchi aggrappati alle colline. Il paesaggio dall’alto, visto con Google Earth, fa impressione.
Benvenuti nel regno dei frutti di bosco.

Questa parte dell’Andalusia è una regione leader in Europa per la produzione e l’export di fragole, mirtilli, more, lamponi. Migliaia di ettari coltivati e deturpati dalle immense serre. Nel 2019 le esportazioni sono cresciute del 13% in volume oltrepassando le 440mila tonnellate e raggiungendo quota 1,4 miliardi di euro. Numeri eccezionali per una regione fra le più povere della Spagna.
L’ennesima contrapposizione fra economia e ambiente. Fra emancipazione dalla povertà (sempre se queste coltivazioni intensive giovino ai piccoli produttori) e tutela del paesaggio.
Comunque sia cosa farò quando arriveremo a destinazione: comprerò chili di mirtilli! Sperando magari di trovare una piccola cooperativa che li vende.
Mentre io preparo la lista della spesa e sogno rossi lamponi e more scure, Massimo lavora alla barca.

Se è vero che il prossimo fine settimana questa sarà la regione più calda d’Europa, si cerca di attrezzare Metis che non è abituata a questo sole e soprattutto non è preparata visto i suoi primi 25 anni di vita fredda e piovosa. Un tendalino di fortuna è un obbligo per non cuocere sotto questo sole.
Per il resto, il teak della coperta di Metis si sta godendo il sole: ha perso la patina verdognola e ammuffita dell’umidità scozzese e sta diventando sempre più lucido e chiaro.
