Costa Blanca, verso Cartagena

Questa mattina si parte prima dell’alba. Sono le 6 ma attorno a noi sembra ancora notte fonda.

Abbiamo passato la notte in un postaccio. Le onde ci hanno sballottolato tutta la notte…ma nonostante questo siamo riusciti a cenare (minestra di zucchine, sgombro e insalata) e a vederci una puntata di Downton Abby che, grazie a Guido che ha convinto Massimo, ci sta accompagnando in questo viaggio.
Non avevamo voglia di andare in marina e comunque erano già le 9 di sera, la prima Marina utile era a due ore di distanza e avevamo voglia di fermarci.

È triste e vuoto un mare senza isole. Non ci siamo abituati dopo una vita trascorsa prima a navigare la Dalmazia e poi la Grecia.
Ed eccoci quindi a Carboneras, a ridosso della playa de Los muertos: sembra che la chiamino così per via di tutti quei cadaveri di naufraghi d’altri secoli che qui arrivavano spinti dal mare e dal vento di levante. La spiaggia è scura mentre il sole scende dietro il capo della mezza arancia.

playa de Los muertos

La spiaggia non è male, peccato che sia sovrastata da una centrale elettrica e una fabbrica di cemento che sembraNo ancora in funzione visto che sono illuminate come fosse giorno. Sono stupita. Perché siamo ancora nel parco Naturale di Cabo de Gata, luogo protetto, salvato dalle colate di cemento che hanno deturpato la costa del sol. È strana la Spagna.

Cabo de gata

Le prime due ore di navigazione sono andate bene! Vento a 10/13 nodi, bolina, randa e Genoa, solo il rumore delle onde.


Nel golfo de Vera

Adesso è sceso. Alle vele abbiamo aggiunto il motore purtroppo.
Lungo la costa sfilano lontane le cittadine bianche di Aguilas, Garrucha, Porto El Hornillo.
Il mare di Alboran è alle spalle. Siamo ufficialmente in Mediterraneo. Molte miglia avanti, ora non si vedono, il golfo de Mazzaron e Cabo Tinoso. Si va verso Cartagena.