Peñón de Ifach, le Dolomiti al mare

Sapevo, avevo letto, mi avevano raccontato dell’urbanizzazione intensiva della costa spagnola. Ma non mi immaginavo un simile scempio.
Lasciamo perdere Alicante che ha una sua grazia in molta architettura, anche quella modernista, ma proseguendo lungo la costa è un continuo colpo al cuore.

Il paseo di Alicante

È stata una navigazione tranquilla, con appena 10 nodi di vento, che ci ha permesso di pranzare comodi (gazpacho, verdurine crude e uovo sodo) e di goderci la costa.

Unica eccezione di questa urbanizzazione senza pietà iniziata negli anni 60 e che va ancora avanti, un breve tratto aspro e a picco sul mare. Falesie imponenti da dove esce perfino una sorgente che fa un buco della roccia, scava nella pietra il suo letto e finisce con una cascatella nel mare.

La cascatella

La palma del posto più brutto, almeno visto dal mare, la consegnerei a Benidorm: lungo una spiaggia di una decina di chilometri si susseguono palazzoni da 20 e 30 piani, vele di cemento che fanno tanto Dubai, grattacieli improbabili.

Benidorm

Meno orribile Calpe, dove ci fermiamo per la notte in attesa delle stecche della randa che arriveranno domattina.

Meno orribile perché sovrastata dal Peñón de Ifach, simbolo della Costa Blanca, alto 330 metri, parco naturale da oltre trent’anni, casa di falchi e gabbiani e collegato al paese da un ampio passaggio di terra e sassi.

Il Peñón, la Marina è proprio sotto: carino e onesti. Uno dei migliori direi

Se non fosse per i 40 gradi, potrei sentirmi sulle Dolomiti, all’ombra di una delle Cinque Torri ampezzane.

Finalmente ho fatto il bagno! A 5 minuti dalla Marina c’è una piccola spiaggia di sassi bianchissimi dove inizia una passeggiata attorno al Peñón. Acqua caldissima, come non la trovavo da anni. Ma accesso alla spiaggia contingentato causa Covid. Gentili signorine mascherate ti prelevano all’entrata e ti invitano a sistemare le tue cose su di un sasso preciso deciso da loro…… va beh…Ho potuto fare il bagno, ma non fermarmi in spiaggia perché troppo affollata. Bravi. Perché realmente le distanze fra le persone sono state rispettate. Poveri spagnoli, un’estate a 40 gradi e con mascherina sempre e ovunque.

Ultima annotazione, almeno per ora, una curiosa architetturA che abbiamo visto dal mare entrando in porto: tutta rossa e barocca.

La Manzanera Di Ricardo Bofill

Una breve ricerca e ho scoperto che è un insediamento degli ultimi anni 60 firmato da Ricardo Bofill, urbanista spagnolo postmoderno. Calpe nasconde altre opere di Bofill che sarei curiosa di conoscere. Aspetto che scenda il sole…..

In arrivo a Calpe